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Il Rotary mise radici in Italia proprio mentre il regno viveva una stagione difficile. Il 1924 aveva segnato un mutamento profondo del quadro nazionale. La sua nascita nel Cuneeese avvenne in tempi ancora più calamitosi e per molti aspetti persino drammatici.

Il suo promotore fu l’ingegnere Luigi Burgo. Quasi cinquantenne, da venticinque imprenditore di successo anche oltre i confini nazionali, egli aveva contatti continuativi e diretti con molti fra i maggiorenti dei clubs rotariani sorti dal 1923 a Milano, Torino e Roma… Non disponiamo, per ora, di documenti che certifichino i contatti avviati e le intese saldate fra Burgo e i vertici nazionali e internazionali del Rotary. Abbiamo invece la certezza che fu lui a tessere la solida trama del futuro club: individuando uno a uno i possibili associati, informandoli, ottenendone l’adesione…

Per comprendere la peculiarità del Rotary della “Provincia Granda” occorre ripercorrere brevemente le vicende politiche postbelliche. All’epoca il Cuneese non era un lembo marginale del “vecchio Piemonte”. Esso si considerava – ed era – la culla della dinastia sabauda.

La prima riunione del Club di Cuneo ebbe luogo il 18 ottobre 1925.

Il 24 novembre 1925 il quotidiano cuneese la “Sentinella delle Alpi” pubblicò per intero la relazione settimanale n.5 del Club, riunitosi all’ Hotel Superga, come sempre di martedì, giorno di mercato e quindi propizio all’affluenza nel capoluogo di soci in massima parte residenti nei luoghi più disparati, come si evinse dall’elenco dei presenti (il presidente Luigi Burgo, il segretario Giorgio Andreis, i sodali Marco Cassin, Umberto di Montezemolo, Daviso di Charvensod, il marchese Aldo Giustiniani, Pietro Lo Balbo, Mario Blanchi di Roascio, Valentino Sacchi, Matteo Viglietti ed Enrico Marone, accolto quale socio da quella seduta) e degli assenti giustificati (Lang, Imberti, Boglione, Bongiovanni, Mirafiori, Raimondo e Deaglio). Quella cronaca non citò quattro dei ventidue soci che poi figurarono fondatori: Giuseppe Acutis, Antonio Bassignano, Mattia Locatelli e il prefetto Osvaldo Nobile. Questi era infatti impegnato ad assicurare il Ministero dell’Interno che i soci erano “in maggioranza di idee politiche fasciste o filofasciste”. Invitato a farne parte attendeva il benestare del ministro, Luigi Federzoni (29 ottobre), che annotò a margine. “Ma Cuneo è nel mondo civile!”. Molti altri prefetti erano soci di Clubs rotariani di grandi città. Nobile non si sentiva però tranquillo. Da un canto sapeva benissimo che il tasso di fascismo o filofascismo dei rotariani cuneesi era molto vicino allo zero. Intuiva inoltre che Mussolini stesse per prendere alla gola i giolittiani“ proprio in quella Provincia Granda in cui le amministrazioni liberali sopravvivevano come fosse una “riserva di pellirosse”, al riparo della Corona. Bene si comprende che da rappresentante del governo il prefetto si muovesse con prudenza. Si aspettava d’essere chiamato prima a poi a prendere iniziative sgradevoli nei confronti del vicepresidente del sodalizio, Antonio Bassignano, e poco apprezzate dall’altro vicepresidente, Marco Cassin, e dallo stesso Luigi Burgo, che non aveva sentito – ne mai provò – alcun bisogno di chiedere la tessera del PNF. La ricevette, ma solo ad honorem all’inizio del 1926.

Nell’occasione Giustiniani espose le sue Impressioni su un recente viaggio in Austria, in cui dette anche conto dei progressi dello stabilimento cartario di Poels, in Stiria (Austria settentrionale) da tempo incorporato nella Cartiera Burgo e dove, anzi, aveva esordito il venticinquenne Andrea Willy morto tre mesi prima. Era una stagione nella quale a Milano si diceva che fosse più agevole ottenere il laticlavio senatoriale che essere accolti nel Rotary.

Nelle settimane seguenti il club di Cuneo continuò le riunioni e la distribuzione alla stampa dei propri notiziari. Se ne evince che l’iung, Valentino Sacchi intrattenne i soci sullo spinoso tema delle vie di comunicazione e che a fine anno, in via eccezionale, la riunione ebbe luogo a Mondovì.

I fondatori del Club cuneese si radunarono la prima volta il 18 ottobre per eleggere ilprimo Consiglio direttivo: il presidente Burgo, i suoi due vice, l’avvocato Antonio Bassignano, sindaco liberale di Cuneo, a capo di una giunta comprendente il massone farmacista Mario Bassignano, e Marco Cassin, il primo segretario, dottor Giorgio Andreis, e il secondo, cav.ing. Valentino Sacchi, relatore nel settimo incontro del sodalizio.

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